Walk_In Life

"Noi siamo l'Egitto”. Era il febbraio 2010 quando il gruppo di hackers “Anonymous” diffonde un documento in rete dal titolo Analisi dell’insurrezione globale contro il dominio economico neo-liberista e la ribellione che sta arrivando anche negli Stati Uniti – Noi siamo l’Egitto! Il documento viene pubblicato a supporto di altro materiale diffuso poco prima dal sito AmpedStatus.com in cui sono state analizzate in modo dettagliato le attività fraudolente di Wall Street e le probabili connessioni tra la crisi economica che aveva travolto gli USA e le rivolte in nord Africa, Medio Oriente ed Europa. Comincia a delinearsi il profilo di un'operazione di  ribellione contro lo stato imperiale, contro un sistema economico iniquo che ha messo in ginocchio l'intera middle class, contro Wall Street definita “corruttore della democrazia” al fine di rivendicare un sistema di democrazia popolare. È la battaglia non violenta del “movimento 99%”, quel 99% che non tollera più l'avidità e la corruzione dell'1%, ovvero di quei potenti uomini d'affari che hanno pensato solo ad accumulare ricchezze personali attraverso operazioni, spesso fraudolente, insabbiate dalla politica corrotta. L'effervescenza collettiva si espande in maniera trasversale a tutte le classi sociali, operai, impiegati, artisti, madri, studenti, tutti rispondono all'appello degli attivisti no global Adbusters che a  luglio tramite web lanciano la proposta di occupare simbolicamente Wall Street. Una protesta senza leader, quella del movimento 99%, “se ne cercate uno” dicono “guardatevi allo specchio, vedrete l'unica persona in grado di darvi le risposte che cercate”. Un sottile filo rosso quello che lega la protesta degli “indignados” di New York , la primavera araba, i tumulti alla periferia di Londra, la ribellione in Spagna, ovvero la voglia del Popolo di riprendere in mano il proprio presente e determinare liberamente il proprio futuro. Maria Grazia Biscotti