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Walk_In Life

se non si incontrano ostacoli, vuol dire che è la strada sbagliata.

Postami, o Diva, del Pelìde Achille i “mi piace” molesti che infiniti ban addusse agli Achei...

Un paio di giorni fa mi sono imbattuta in una notizia il cui titolo riportava “Social network come i Poemi Epici”. Tra perplessità e curiosità ho approfondito la questione. Padraig Mac Carron e Ralph Kenna, due matematici della Coventry University, hanno effettuato uno studio sul comportamento e le interazioni tra i personaggi dei poemi epici e quello delle persone iscritte ai social network, come Facebook o Twitter. L'analisi è stata condotta facendo una comparazione tra i protagonisti di tre poemi epici - Iliade, Beowulf e Táin Bó Cúailnge-, e di quattro opere narrative moderne - Riccardo III, I Miserabili, La Compagnia dell’anello e Harry Potter-. Risultato: Achille, Ulisse e Agamennone si relazionavano tra loro in modo simile agli utenti di un moderno social network. Per ogni poema è stato creato un database che include i dati di tutti i personaggi - 74 di Beowulf, 404 del Táin e 716 dell’Iliade - e due tipi di relazioni tra essi: cordialità e ostilità. La cordialità corrisponde alla moderna amicizia su Facebook e descrive il dialogo tra le persone, mentre l’ostilità si riferisce alla presenza di un conflitto, equivalente alle critiche o agli insulti pubblicati sulle bacheche virtuali.

Bello, bravi, bis. Ma vi siete persi un passaggio (forse un paio), o voi scienziati/matematici che spero non vi abbiano pagato per fare una ricerca simile.

Prendiamo l'Iliade, per esempio:

scena 1

Elena accetta l'amicizia di Paride e cambia il suo status da “sposata” a “Elena ha una relazione complicata con Menelao”

scena 2

A Menelao arriva la notifica e commenta l'amicizia tra Elena e Paride con un chiaro e semplice “ spaco bottilia, ammazzo familia”. Agamennone clicca su “mi piace” e scrive “ sono con te fratello” e crea il gruppo – Quelli che...a morte i figli di Troia e padre ignoto -

Seguirono 9 anni di trollate, demotivational, profili fake.

Ripromettendomi di riscrivere tutta l'Iliade in versione social, vorrei soffermarmi su un punto: non si può ridurre la complessità dell'intreccio sociale costruito all'interno del poema epico a due semplici fattori, ostilità e cordialità. Lo dice anche il Bonak, noto studioso di letteratura classica: “nei pomei epici, soprattutto in quello omerico, le interazioni tra i personaggi si basano su elementi ben più complessi e contrastanti, che mutano anche nel corso della narrazione, ma soprattutto sono tutti tesi a rappresentare un archetipo o a raggiungere uno scopo, cosa che nel social network non è contemplata.”

E' una questione di ruoli: nei social network le persone non agiscono in quanto investiti di un ruolo narrativo; non ci sono eroi, antagonisti, aiutanti, anzi, nei social network si assiste ad una sorta di “semplificazione orizzontale”, una dicotomia amico – nemico.

Mac Carron, uno dei due ricercatori ha dichiarato: “Non stiamo dicendo che questo o quell’evento siano realmente accaduti, oppure che le singole persone ritratte nelle storie siano reali, ma che la società nel suo complesso e le interazioni tra i personaggi sembrano realistiche“.

Ma può una cosa sembrare realistica se basata su elementi che di realistico hanno ben poco?

Tutto ciò appare superfluo e tendenzioso.

Postami, o Diva, del Pelìde Achille  i “mi piace” molesti che infiniti ban addusse  agli Achei...

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